Bagni separati per bambini migranti? Si, lo so, sembra una stronzata! E invece è successo veramente… a Cagliari. io sono Giovanni Maieli, e questo è HASHTAG!

 

La scorsa settimana in una scuola gestita da suore mercedarie a Cagliari è successa una cosa impensabile. La presenza di due bambini, uno etiope e l’altro egiziano, tra l’altro in Italia senza genitori, ha suscitato una vera e propria rivolta. Al punto che due famiglie hanno ritirato i bambini dalla scuola. E semplicemente per aver saputo che nell’istituto erano stati inseriti due bambini stranieri!

 

Le suore hanno cercato ovviamente di gestire la cosa, ma ad un certo punto hanno ceduto. Si sono viste costrette a separare i bagni. Da un lato gli italiani, dall’altro gli stranieri. Si, perchè a monte di tutta questa vicenda pare ci sia una questione sanitaria. Ossia le presunte malattie che questi bambini avrebbero potuto portare a scuola a seguito del loro sbarco in Sardegna. Come se non avessero fatto nessun controllo sanitario una volta sbarcati a Cagliari.

 

Fatto sta che questa… come la potremmo chiamare? ignoranza? razzismo? chiamiamola col suo vero nome: questa coglionaggine è stata poi contagiata (che è l’unica cosa che è stata veramente contagiata in questo caso) dai genitori ai propri figli. Infatti, secondo quanto riportato da alcuni giornali, gli altri bambini, prima che le suore facessero questa scelta di dividere i bagni, non solo si rifiutavano di coinvolgere i nuovi arrivati ma si rifiutavano di utilizzare gli stessi bagni.

 

Veniamo al dunque. Perché mi tocca questa cosa?

 

Numero UNO perché io sono di Cagliari. Ho fatto le scuole elementari dalle suore mercedarie. Non in quella scuola ma in un’altra filiale. Eh sì, forse qualche capello bianco ormai ce l’ho, ma non voglio sembrare vecchio. Però quando ero bambino io queste cosenon succedevano! Anzi! Ricordo con affetto la presenza di numerose suore straniere e/o di colore. E ancora oggi, a 34 anni, ringrazio quelle persone perché mi hanno dato un’educazione pazzesca! Roba che ho vissuto di rendita per anni.

 

Numero DUE: io sono figlio di un insegnante, perché mia madre era un insegnante. E, fatta ad insegnante, per una cosa del genere si sarebbe incazzata come una bestia. E chi l’ha conosciuta sa che non sto esagerando! Perché il ruolo di un insegnante, di un professore, di un genitore è quello di educare! Ma che razza di educazione si sta dando a questi bambini? è inutile che iscrivi i tuoi figli in una scuola cattolica, se poi crocifiggi chi ha bisogno peggio degli antichi romani!

 

Il TERZO motivo è che io, per primo, sono un immigrato. E chi mi ha seguito su Road to Dublin questo lo sa benissimo. Per cui sono bianco, sono italiano, ma pur sempre un emigrante. So cosa vuol dire non vivere il proprio paese. Ma il modo che hanno qui le persone di trattare gli stranieri è completamente diverso! Pensa che qui ci trattano come esseri umani! Qui puoi vedere bambini di diverse razze, di diversi colori, giocare assieme, scherzare assieme, festeggiare San Patrizio assieme! E nessuno si è mai permesso, neanche per scherzo, di dirmi “ci rubi il lavoro”, “tornatene in Italia” o “Non usare quel bagno perché sei italiano”. Frasi che invece in Italia molti emigrati si sentono dire.

 

Ma è davvero questo l’esempio che vuoi dare a tuo figlio? Forse per cambiare basterebbe ricordarsi una semplice cosa: che i bambini di oggi sono gli uomini di domani.

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Giovanni Maieli

Specialista in Digital Marketing e Social Media, Vlogger, Imprenditore. Appassionato di Retrogaming. Vivo a Dublino, dove ho gestito per 4 anni il Marketing Digitale di una Software (SaaS) Company. Il mio cane, Argo, è la versione portatile di Falkor de La Storia Infinita.

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